Stavolta è allarme rosso per Conte e c’è poco da scherzare.
Il Tribunale di Reggio Emilia contesta all’ "avvocato di tutti gli italiani" la legittimità della reclusione di 60 milioni di Italiani per subdole, disperate e disperanti coercizione della libertà personale concretizzate attraverso lo strumento del "lockdown".
La vicenda giuridica è presto detta: un cittadino querela il premier Conte e il pm ravvisa i reati di sequestro di persona, abuso d’ufficio e usurpazione del potere politico, salvo poi ripensarci e chiedere al gip l’archiviazione del procedimento.
Per fortuna il gip dott. Luca Ramponi, dopo un’attenta ricostruzione dogmatica e giurisprudenziale delle tre figure di reato, ritiene possa configurarsi il reato di sequestro di persona. Ora gli atti passano alla procura del tribunale dei ministri presso il distretto della Corte di Appello di Bologna.
Spetterà allo zelo dei magistrati bolognesi rinviare a giudizio l’avvocato Conte sulla base del percorso logico argomentativo offerto dal gip di Reggio Emilia:
Non vi è dubbio (o forse sì?) che l’ex premier Conte, autocelebratosi come l’avvocato di tutti gli italiani, darà prova di buona fede e rinuncerà alle immunità ministeriali per gli atti posti in essere in qualità di presidente del consiglio.