Guerra fredda 2021/2022: Roger Wicker, membro della Commissione per i servizi armati del Senato degli Stati Uniti, ha dichiarato in una intervista a Fox News (8 dicembre) di non escludere un intervento militare diretto Usa contro la Russia per «difendere l’Ucraina» e, senza che l’intervistatore glielo avesse chiesto, ha aggiunto: «Sapete che non escludiamo l’azione nucleare di primo uso», ossia di usare per primi le armi nucleari.
Lo riporta Manlio Dinucci, giornalista e geografo, ex direttore esecutivo per l’Italia della International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione internazionale contro la minaccia rappresentata dalle armi nucleari, vincitrice del Nobel per la pace nel 1985.
Dinucci spiega anche, sulla sua rubrica per Il Manifesto, che un eventuale attacco da parte degli Stati Uniti sarebbe presentato "al grande pubblico" come risposta a un attacco effettuato dai russi del Donbass.
Alla Russia rimarrebbero due alternative: non intervenire militarmente a difesa dei russi del Donbass, lasciando che vengano travolti dall’attacco ucraino sostenuto dalla Nato, oppure intervenire militarmente per arrestare l’attacco ucraino, esponendosi alla condanna internazionale per aggressione e invasione di uno Stato sovrano. E conseguente minaccia nucleare.
L'esercito Ucraino ha già fatto presente che non sarebbe in grado di «respingere le truppe russe senza una massiccia infusione di aiuto militare da Occidente».
L’infusione è già iniziata: gli Stati uniti hanno fornito a novembre altre 88 tonnellate di munizioni facenti parte di un «pacchetto» da 60 milioni di dollari, comprendente anche missili Javelin già schierati contro i russi del Donbass.In Ucraina inoltre sono stati inviati daglim USa oltre 150 consiglieri militari che, affiancati da quelli di una dozzina di alleati Nato, dirigono di fatto le operazioni.
Situazione Esplosiva: se l’Ucraina dovesse essere ufficialmente ammessa quale 31° membro della NATO, in base all’Articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, gli altri 30 membri sarebbero costretti ad intervenire militarmente sul fronte del Donbass a sostegno dell’Ucraina contro la Russia.
"Il Ministero degli Esteri russo" riporta Dinucci "ha chiesto alla Nato di non ammettere l’Ucraina, per non accrescere ulteriormente la tensione militare e politica in Europa, ricordando che dalla fine della guerra fredda la Russia ha ricevuto ripetute assicurazioni che la giurisdizione e le forze militari della Nato non sarebbero avanzate di un pollice verso Est, ma che tali promesse non sono state mantenute."
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