In 90 su oltre 130 dipendenti della GLS di Castel Maggiore, si sono fermati e hanno deciso di non esibire il Green Pass in solidarietà a chi non ne era in possesso.
Solo in 10, «ma perché a tempi determinato e quindi più ricattabili», hanno svolto regolarmente le loro mansioni. Tutti gli altri non hanno esibito il "lasciapassare" quando è stato loro richiesto e sono tornati a casa.
Conseguenza: la GLS, multinazionale di spedizioni, non è riuscita a svolgere le proprie attività al 100%, costringendo di fatto i clienti ad andare a ritirare direttamente in sede i propri plichi.
«Abbiamo deciso di stare tutti dalla stessa parte»
«Abbiamo scelto di stare tutti dalla stessa parte — spiega Emil, giovane driver — perché non riteniamo giusto che chi è senza green pass non possa essere ammesso al lavoro, quando invece i clienti della società possono venire a ritirare i loro pacchi senza. Crediamo che tutto questo sia assurdo, contraddittorio e contrario alla tutela della nostra salute che comunque lavoriamo con sempre addosso la mascherina». «Abbiamo semplicemente esercitato la nostra libera scelta». Chi di non esibire un certificato di cui invece si era in possesso, chi di non eseguire un tampone che avrebbe permesso di ottenerlo».