Putin caccia Soros e le sue Ong: arrestato il direttore di Open Russia

Open Russia, appartenente alla galassia di Open Society Foundation legata a George Soros, per il Cremlino è “un’organizzazione indesiderabile”. 

Così Vladimir Putin ha fatto arrestare Andrei Pivoravov, direttore della Ong sostenuta dallo speculatore finanziario. Pivoravov è stato fermato ieri all’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo, mentre si trovava su un aereo pronto al decollo. Ad annunciare l’arresto di Pivoravov è stato il suo legale, Elena Borodina, dicendo che il direttore di Open Russia è stato fatto scendere dall’aereo della compagnia Lot in partenza per la capitale polacca Varsavia.

Pochi giorni fa la stessa Ong guidata da Pivoravov e fondata dall’ex oligarca Mikhail Khodorkovsky, aveva annunciato il suo scioglimento e optato per “l’annullamento dell’appartenenza di tutti i membri a Open Russia per evitare possibili persecuzioni”.
Come mai? Perché in Russia è entrata in vigore una legge che impedisce a chiunque abbia lavorato o sostenuto organizzazioni considerate estremiste dal governo, di candidarsi alle elezioni. Open Russia evidentemente era ritenuta una di queste. La nuova legge russa prevede inoltre un inasprimento di pene per chi collabora con tali Ong “indesiderabili”. Per quanto il Cremlino specifichi che la chiusura dell’organizzazione legata a Soros non è il risultato di “un’epurazione politica”.

La guerra tra Soros e Putin va comunque avanti da diversi anni. L’arresto di Pivoravov non è dunque un fulmine a ciel sereno, se consideriamo che già nel 2015 la Procura generale di Mosca aveva dichiarato “indesiderabili” ben tre organizzazioni legate a Open Russia e al magnate che nel 1992 mise in ginocchio l’Italia con una manovra speculativa terrificante, costata alla lira una svalutazione del 30%.



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