Intervista a Jamie Metzl, esperto di tecnologia e geopolitica: «La scienza mostra che Pechino mentiva nel dire che il Covid provenisse dal mercato»
Dall’inizio del 2020 Jamie Metzl è stato tra i primi a sostenere che «la fonte più probabile della crisi del coronavirus potrebbe essere la diffusione accidentale da uno degli istituti di virologia di Wuhan». Esperto di tecnologia e geopolitica, ha lavorato al dipartimento di Stato sotto il presidente Clinton e come vicedirettore dello staff nella Commissione Affari Esteri del Senato sotto Joe Biden. È membro della commissione di esperti sull’editing del genoma umano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e ha fondato l’iniziativa OneShared.World esplorando modi per affrontare le sfide globali.
Il suo libro Hacking Darwin, che affronta anche la competizione tra Stati Uniti e Cina nell’’ingegneria genetica, è stato appena presentato in Italia dal think tank Vision in collaborazione con il festival Taobuk.
Lei, Democratico, ha assunto sulle origini del virus la stessa posizione di Trump. Si può separare la scienza dalla politica?«Sono un Democratico, ero un forte critico di Trump, ma la scienza mostra che Pechino mentiva nel dire che il virus provenisse dal mercato di Wuhan. Trump criticava l’Oms e la Cina per compensare il fallimento catastrofico della sua Amministrazione nella crisi, ma ciò non significa che non vada verificata la veridicità di tutte le affermazioni. Fui criticato da altri democratici e da alcuni importanti scienziati che scrissero che l’ipotesi più probabile era l’origine naturale e accusarono chiunque sostenesse il contrario di fomentare teorie complottiste. Ora il mondo si sta svegliando. Dall’anno scorso faccio parte di un gruppo informale di una ventina di esperti. Ci riuniamo regolarmente per cercare la verità. Abbiamo pubblicato tre lettere aperte e crediamo di aver contribuito a cambiare il dibattito mondiale».Lei attribuisce all’origine in laboratorio una probabilità dell’85%.«Non possiamo escludere la possibilità di un’origine in natura, è accaduto anche questo in epidemie passate, oltre che incidenti di laboratorio. Stavolta quest’ultima è l’ipotesi più valida perché sappiamo che il precursore del virus Sars-CoV-2 è stato trovato nei “pipistrelli ferro di cavallo”, che non si trovano a Wuhan, ma lì si trova l’unico istituto cinese di virologia di livello 4, con la più ampia collezione di ricerche sui coronavirus dei pipistrelli; e perché il virus si è manifestato già perfettamente adattato alle cellule umane: in quell’istituto si tenevano ricerche aggressive, con il fine di arrivare a cure e vaccini. Ritengo altamente improbabile che lavorassero ad un’arma biologica».
Fonte: Corriere.it
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