Svelate le multinazionali che controllano il cibo che mangi: 450 miliardi di dollari di fatturato in 10

Circa un miliardo di persone nel mondo è denutrito. Un altro miliardo è obeso. Quasi metà della popolazione mondiale vive quotidianamente il problema di un’alimentazione insufficiente. L’altra metà soffre dei tipici problemi legati a un’alimentazione sovrabbondante e alle disfunzioni che ne derivano: diabete, eccesso di peso, problemi cardiocircolatori.

È un paradosso? Solo apparente, argomenta Raj Patel, autore del libro "I Padroni del Cibo", perché questo stato di cose è l’inevitabile conseguenza di un sistema che consente solo a un pugno di grandi corporation di trarre profitto dall’intera catena alimentare mondiale.

Si siedono intorno alla tavola del mondo e da soli controllano più del 70 per cento dei piatti del pianeta. Sono i 10 signori dell’industria alimentare: 450 miliardi di dollari di fatturato annuo e 7.000 miliardi di capitalizzazione, l’equivalente della somma del pil dei paesi più poveri della Terra. 

La mappa dei padroni del cibo (fonte OXFAM):

Molte di queste multinazionali si fondono, accorpano altre aziende e così via. La tendenza alla concentrazione dei marchi è in atto da tempo e riguarda praticamente tutti i settori alimentari. Stiamo naturalmente parlando di grandi multinazionali. Nel settore dei vini il blocco alla creazione di grandi gruppi è dovuto a un legame strettissimo con il territorio (ogni collina è una diversa cantina sociale), nella birra invece, per fare un esempio, non è più così da tempo: i tre principali marchi mondiali, i belgi in In Bev (Artois, Beck’s e la brasiliana Anctartica), i sudafricani di SAB Miller e gli olandesi di Heineken controllano da soli, come riportato da Repubblica, il 60 per cento del fatturato mondiale e raccolgono l’80 per cento degli utili. 

Dopo altri decenni di fusioni e concentrazioni, ci troveremo un giorno a consegnare ad un unico grande fratello le chiavi della dispensa del mondo? 

Quello di un pianeta in cui una sola grande multinazionale controllerà tutti i marchi alimentari è certamente uno scenario da incubo.


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