Prodi: "Sul debito greco Francia e Germania mi imposero di tacere"

L'ex presidente della Commissione europea Romano Prodi non esclude l'uscita della Grecia dall'eurozona. In un'intervista al quotidiano tedesco "Tagesspiegel", il Democratico parla dei debiti di Atene e muove dure critiche alla Germania, poiche' non prenderebbe sufficientemente sul serio la sua responsabilita' all'interno dell'Unione Europea.

Alla domanda se la Grecia dovrebbe ricevere altro denaro dai creditori internazionali senza un programma e senza vincoli, Prodi risponde: "No, ci dev'essere un controllo, ma le condizioni devono essere poste in un quadro realistico. Tutti sanno che la Grecia non ripaghera' mai i suoi debiti". Ad Atene dovrebbe dunque essere concesso il taglio del debito? "So che politicamente non e' possibile - replica Prodi - ma la storia ci insegna che non ha senso porsi obiettivi irraggiungibili nell'abbattimento del debito".

"E' piu' sensato concordare un obiettivo raggiungibile e controllare passo passo le varie tappe. Questo e' stato ad esempio il caso della Germania nel secondo dopoguerra. E' vero che non si puo' fare un paragone cosi' diretto tra Germania e Grecia", ammette l'ex premier italiano, "ma in ogni caso, allora e' stato saggio esentare la Germania dalla gran parte dei suoi debiti alla Conferenza di Londra del 1953: in questo modo la Germania e' potuta tornare a crescere".

Quindi anche per la Grecia dovrebbe tenersi un vertice internazionale per la liquidazione dei debiti come quello di Londra?

"Quella volta la conferenza sui debiti tedeschi si e' tenuto nell'interesse generale. Ora, nel caso della Grecia, dobbiamo stabilire dove si trova il nostro interesse collettivo: suppongo che la Grecia e i creditori riusciranno a trovare un compromesso che preveda ad esempio una proroga delle scadenze per i crediti o interessi ancora piu' bassi per i pagamenti. Ma questo non sara' altro che un piccolo cerotto su una grande ferita. Il mio piu' grande timore e' che fra tre anni la Grecia si ritrovi nella stessa situazione di adesso: sarebbe meglio prendere una decisione definitiva", afferma l'ex presidente del Consiglio italiano.

Prodi rifiuta anche di definire l'ingresso della Grecia nell'eurozona un errore: "Non parlerei di un errore: solamente e' stato fatale non avere alcun controllo sul budget, c'era prima ma non c'e' stato dopo l'entrata nell'euro. Italia, Germania e Francia hanno voluto cosi' quella volta. A quel tempo - quando ero presidente della Commissione nel 2003 - ho fatto di tutto per imporre severi controlli dei bilanci negli Stati membri subito dopo l'introduzione dell'euro. E non dimentichero' mai il momento in cui Schroeder e Chirac - e' stato durante la presidenza italiana del Consiglio Ue - hanno detto che dovevo tacere", conclude l'ex premier.

Ci sarebbe stata una domanda, che l'intervistatore del quotidiano tedesco non ha posto a Prodi: se è vero quel che dice, signor Prodi, per quale motivo lei di fronte all'imposizione "di tacere" rivolta a Prodi Presidente della Commissione Ue, massimo organo decisionale dell'Unione Europea, dai capi dei governi di Francia e Germania, non si è ribellato in nome dell'Europa, della libertà, dell'onestà, della parità di trattamenti tra gli stati?



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